Ricerca personalizzata

lunedì 17 agosto 2009

SuperSnuff, un ragazzo, un mito

SuperSnuff, un nome da cartoon, proprio come il suo simpaticissimo viso, uno dei segreti della comicità allucinante di questi remake casalinghi.











Questo ragazzo è un genio! Se volete farvi quattro potenti risate su Youtube, vi segnalo queste parodie di noti film holliwoodiani.
L’autore di queste scompiscianti realizzazioni amatoriali è SuperSnuff, uno studente bolognese da quanto si apprende dal suo profilo di Youtube.
La domanda che mi pongo è: che fine ha fatto? I video del suo canale sono solo diciassette e dico solo, perché si gustano uno dietro l’altro come le ciliegie e ce ne vorrebbero molti di più. Risalgono tutti a tre anni fa’. E poi? E’ scomparso. SuperSnuff che fine hai fatto? Ti hanno rapito gli alieni? Stallone si è voluto vendicare e ti ha fatto fuori? Se leggi questo post, fatti vivo, lascia un commento o mandaci via mail la storia di questa trovata, i naviganti saranno ben lieti di leggere com’è nata questa vostra idea e di come l’avete sviluppata.

Francesco Favia


www.nonsolocronache.com

http://ciscofavia.blogspot.com/


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martedì 23 dicembre 2008

Brutte storie documentate in rete

Inquietante, ma dannatamente reale è l'episodio di estorsione raccontato in un cortometraggio girato a Bitonto

In perfetto Capagira style, “Storie di merda a Bitonto” è la messa in scena di un episodio della cosiddetta microcriminalità, spesso e volentieri collegata col crimine organizzato. Furti d’auto, estorsioni sono all’ordine del giorno e non solo nella città degli ulivi. Il comune della provincia di Bari è tra i più soggetti ai soprusi della malavita locale e chi ne fa le spese non può che essere l’onesto cittadino.
Donato, l’onesto cittadino, si rivolge ad un presunto amico nel tentativo di ritrovare la sua amata automobile che gli è stata sottratta.
L’amico colluso con personaggi di spicco della mafia locale, si attiva per “far uscire il caffè”, ossia la provvigione. Un perfetto intermediario insomma. D’altronde questo è il suo lavoro e deve portare il latte ai bambini.
La trattativa non è facile e non riesce a rimediare la somma pattuita dall’estorsore. L’intermediario che cerca di guadagnare qualcosa, rischia di essere frainteso dal malavitoso che non ci penserebbe due volte a fargliela pagare, magari con una delle sue gambe.
Alla fine si troverà un accordo, che ovviamente sarà tutto a favore del prepotente criminale. L’intermediario non ci guadagnerà niente e il povero Donato, il quale ci ha rimesso l’autoradio e qualche graffio sulla carrozzeria, rischierà di vedersi di nuovo rubare l’auto ed essere irrimediabilmente ricattato.
Un video impeccabile se non fosse per il tremolio della telecamera, dove attori dilettanti si sono resi più che credibili, esaltando gli stati d’animo della gente che vive questi episodi, da tutte le sue prospettive. Si è visto un angosciato Donato, dialogare con un cane e domandarsi se fosse stato opportuno chiamare i Carabinieri, rinunciandoci, perché consapevole delle gravi conseguenze alle quali sarebbe andato in conto. E poi un professionista della mediazione tra il cittadino per bene e il furfante, che nei suoi modi di arrangiarsi, di guadagnarsi da vivere, si dimostra molto più sfigato del personaggio di Donato.
L’ignobile e disumana prepotenza è stata ottimamente evidenziata dalle espressioni del viso dell’attore che ha interpretato il mafioso, mettendo in risalto la sicurezza di chi sa che comunque vada, lui ci ricaverà sempre qualcosa.
Uno spaccato di vita, di società coraggiosamente messa in scena da questi ragazzi, che stanno raccogliendo consensi a colpi di click su Youtube. Certo, non si tratta qui dell’opera di Saviano, ma molti bitontini e non, ci si sono ritrovati in questo episodio.
Un commento sotto il video, postato un mese fa’, riporta testualmente:

“Il video è stato girato senza alcun tipo di copione e senza ripetere le scene, è solo un documento su quello che realmente accade a Bitonto. Intanto le denunce per furto d'auto aumentano invece di diminuire! La soluzione non è sempre quella di non cedere al riscatto perchè non tutti si possono permettere di assicurare contro il furto la propria auto specie se ha un valore "irrisorio". Questa amministrazione cosa sta facendo per migliorare la situazione? Meditate gente meditate!”

E il cittadino non può che meditare, ma le autorità competenti si dovrebbero effettivamente attivare.

domenica 21 dicembre 2008

In mancanza dei vigili, ecco il barese fai da te

Bari, quartiere Libertà. Un cittadino s'improvvisa vigile per districare il traffico cittadino.


Ci troviamo a Bari, nel bel mezzo del popolare quartiere Libertà, non lontanissimo dal centro cittadino. Ora di punta, in un grande incrocio, dal quale passano importanti linee di collegamento. Se non si va errati, sono le due strade che portano, una, dalla zona industriale, fin dritto al quartiere murattiano, ossia il centro e, l’altra, dal lungomare, fino al quartiere residenziale avente importanti uffici e lussuosissime strutture alberghiere, denominato Poggiofranco.
Un uomo, un comune cittadino, si è posizionato al centro dell’incrocio, rischiando la sua incolumità, per prestare quel servizio alla cittadinanza che avrebbero dovuto prestare quei dipendenti comunali, che armati di blocchetto e biro e con cotanta divisa e presunzione, girovagano o stazionano in quei punti dove meno serve la loro presenza.
Gli si è visti addirittura nel parco cittadino, in delle mattine feriali, nelle quali è semivuoto, intenti a far delle scorrevoli chiacchiere, in posa accanto alle loro potenti motociclette, ma poi spesso la loro presenza viene a mancare in quei quartiere “caldi”.
E questo video, visibile al link http://it.youtube.com/watch?v=BcJkmn9m9Ek&feature=related è la conferma di quello che hanno segnalato molti cittadini, residenti proprio nel quartiere Libertà, i quali sostengono che dal centro, a malapena i vigili urbani si affacciano su via Quintino Sella, una di quelle vie che delimitano il quartiere.
In uno scenario dove le strade consunte, le strisce pedonali semicancellate e assordanti clacson irrompono nei timpani dei pedoni, assistere alla mancanza di quegli addetti al pubblico servizio è davvero uno scempio, ma notare come i militari della Polizia di Stato attraversano disinvolti l’incrocio, è incredibilmente l’apoteosi.
Certo nessuno chiede a padri di famiglia di fare i kamikaze multando o riprendendo pluripregiudicati, ma nemmeno che un cittadino si metta a dirigere il traffico in delle strade intasate dal traffico col rischio di farsi male e/o far fare del male a qualche automobilista poco attento.

Francesco Favia
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

"Idillio infranto", il primo vero film pugliese

Polvere di stelle? La Riffa? La Capagira? Mio Cognato? È Idillio infranto il primo film girato in Puglia. Visibile su http://it.youtube.com/watch?v=3DVUnh9n95U&feature=related , fu girato nel 1931 da un giovane proprietario terriero e un fotografo che tirarono in ballo anche la gente del paese

Erano tempi dove il pudore e l’onore erano colonne portanti nella vita di una persona. Ci troviamo negli anni ’30, ad Alberobello, un paesino dell’ entroterra barese, che seppur meta turistica oggi, era un paese che viveva essenzialmente di allevamento e agricoltura. E le donne si rifiutarono di prender parte alle riprese; le si possono vedere solo insieme a parte degli abitanti nella scena finale dei balli folcloristici. Gonne lunghe fino alle caviglie, grembiuli e fazzoletti in testa. Queste erano le nostre nonne e bisnonne. Si andava ancora a cavallo e si lavorava di braccia. Era la campagna pugliese. Immagini di un tempo che fu, contornati dal silenzio di questo film muto che lambisce la pelle e ci procura dei piacevoli brividi. Esce allo scoperto dopo sessant’anni e dopo quasi ottanta di anni, oggi, è messo a disposizione a chiunque lo voglia vedere, basta avere un computer ed un collegamento internet. Riesumato nel 1990 da una cassapanca, la pellicola ha dato vita ad una ricerca appassionante dei protagonisti dell’epoca. Nello Mauri, il regista, anch’egli recitò nel film, insieme a Mario Passi, pseudonimo di uno dei protagonisti; quest’ultimo sembra che fosse marchigiano, ma non sono stati trovati testimonianze o documenti a confermare tutto ciò. Ida Mantovani, la protagonista, proveniva da Milano e già prese parte ad altri lavori filmici come “Le mani sugli occhi” e “La leggenda di Wally”.Con lo pseudonimo di Filippo il Bello, Pasquale Jacobellis interpretò il ruolo del protagonista. Jacobellis, in simbiosi col suo personaggio, aveva realmente terminato gli studi universitari in città, ovvero Bari. Finite le riprese, si trasferirà a Pescara, dove diverrà un affermato medico chirurgo. Durante il restauro della pellicola, si è riuscito a rintracciare la famiglia, la quale credeva che la storia del film fosse solo una leggenda che il loro papà Pasquale andava raccontando. Dirce Greselin, l’antagonista, sembra svanita nel nulla. Si dice che fosse la moglie del regista, ma non si sa di più. I restanti ruoli femminili furono interpretati dalla moglie e dalla suocera di Raul Perugini, l’operatore, che sarà l’unico a continuare a lavorare nel settore e perderà la vita nel dopoguerra, durante le riprese di un documentario in Argentina. Qualche altro attore e figurante non erano altro che gli amici e i lavoranti del produttore, il proprietario terriero Orazio Campanella, il quale non disdegna anche lui di comparire. Per via dei costi elevati, non fu distribuito. Fu proiettato raramente in qualche festa di paese. Al film vennero dedicate poche righe sul Corriere Cinematografico, il 18 marzo 1933, ma oggi, restaurato, se ne possono ammirare degli assaggi su Youtube, nonché lasciare dei commenti in merito. Questi spezzoni sono presenti nel documentario “Alla ricerca del film perduto” di Angelo Amoroso d’Aragona, promosso dall’Associazione Transtv e in collaborazione con la More Production e il contributo della Regione Puglia, assessorato al Mediterraneo. All’opera di restauro hanno partecipato la Cineteca Nazionale, la Teca del Mediterraneo e il Club delle Imprese per la Cultura.Una vera perla su Youtube che si trasforma in macchina del tempo. Merita di esser guardata e commentata. Un filmato di qualità, davvero pregiato e che forse non merita di trovarsi nello stesso contenitore dove si trovano i filmati stupidi di ignoranti ragazzuoli che hanno i telefonini come prolungamento dei loro arti superiori, ma tant’è, questo è il bello della democrazia e della libertà della rete.


Francesco Favia



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venerdì 19 dicembre 2008

Brunella Filì racconta la sua espressione estetica

Il cortometraggio di Brunella Filì, regista barese, trapiantata a Bologna, ci introduce in uno scenario ecclesiastico, ben presto profanato dalla curiosità tenera e coinvolgente di Angelo, un bambino di periferia. In questa chiesa dell’ hinterland barese, bambini disagiati giocano, avendo come unico punto di riferimento per un’educazione non solo religiosa, ma anche di vita, il parroco don Michele. Durante l’allestimento tecnico per una manifestazione concertistica, il bambino osserva nascosto il lavoro meticoloso degli operai. La curiosità del bambino, lo trascina quasi per mano verso gli strumenti. La sua attenzione si sofferma in particolar modo su un scintillante sassofono. Spinto da una irrefrenabile istintività infantile, il bambino sfiora lo strumento, procurando la rottura della sacralità del luogo e del lavoro degli operai. La curatissima musica del maestro Minella si interrompe, sottolineando la profanità del gesto, quando il bambino fugge con lo strumento tra le mani. Innocente profanità, costata al bambino lo sguardo degli operai tutti e la conseguente ramanzina di don Michele, che gli spiega come gli strumenti non sono giocattoli, ma fanno parte di quell’essenza seria che è la musica, che comporta anni di studio per poterla mettere in pratica.
Terzo lavoro della Filì, che dimostra come i giovani sognatori dei nostri tempi, non solo hanno talento, ma lo affinano con intensi studi, incrementando le loro capacità innate con straordinarie competenze tecniche. L’opera è visibile su http://www.youtube.com/watch?v=Bvj6nYvaiq0

Attualmente impegnata sul set de “L’ispettore Coliandro”, fiction prossimamente in onda su Raidue, la promettente regista si è resa molto disponibile ed ha concesso in esclusiva un’intervista a Report on line.

Brunella, questo è il terzo cortometraggio, diretto esclusivamente da te. È stato difficile trasmettere al cast ed allo staff, quello che volevi esprimere tramite questo breve film?

“No, non è stato difficile collaborare trasmettendo quello che volevo...Tranne con alcuni, la troupe è stata estremamente comprensiva e disponibile ad assecondare le mie direttive.”

Ti sei occupata quasi di tutto, una bella responsabilità…

“Si, mi sono occupata non solo della regia, ma ho anche scritto e prodotto, nonché effettuato il montaggio.”

Ed è stato complicato gestire gli attori, in particolar modo, il bambino?

“Devo dire che sono stata fortunata con questo bambino: era un angelo, cioè non si stancava mai! Nonostante il freddo e il dover ripeter tante volte le scene, sembrava sempre che si divertisse
I genitori rompevano le scatole molto più di lui!”


Da cosa hai tratto l’ispirazione per un soggetto di questo stampo?

“Beh mi sono ispirata alla manifestazione durante la quale si ambienta il cortometraggio e che ha finanziato la mia opera. Dovevo scrivere un soggetto che si svolgesse durante la manifestazione musicale; e poi sono sempre stata attirata dagli strumenti musicali come lo può essere un bambino.”

Dunque la location è stata per certi versi obbligata…

“Si, hai ragione, la location era d'obbligo. La chiesa, il concerto erano cose che dovevo mettere per forza altrimenti non mi finanziavano.”



Il corto è stato realizzato un paio d’anni fa. Come mai è stato reso pubblico solo recentemente?

“In realtà è già uscito in un dvd a Bari già da un po’ di tempo ed ha vinto un premio in un concorso, sempre a Bari, 2 anni fa’, ma solamente ora l'ho messo su youtube.”

Come si chiama il dvd e dov’è stato distribuito?

“Si chiama Le -Voci dell’Anima- e contiene anche altri corti realizzati per l'evento.
È stato distribuito da Proforma; il concorso si chiama CORTO ART FESTIVAL .”


Com’è nata la collaborazione col maestro Minella?

“Lui è un appassionato della manifestazione... quando gliel'ho chiesto è stato entusiasta e la collaborazione è stata una delle più belle sorprese che abbia mai avuto; una collaborazione splendida e siamo rimasti amici… e poi ha capito tutto ciò che volevo.”

Sono state le sue musiche ad ispirare il tuo soggetto?

“Le riprese le abbiamo fatte prima, poi gliele ho mostrate dicendogli ciò che avrei voluto come sottofondo e lui al primo tentativo ha centrato.”

Le musiche, dunque, sono state composte appositamente per la tua opera…

“Evidentemente ero riuscita a trasmettere attraverso le immagini le stesse emozioni che avevo in mente e lui le aveva già comprese per cui è venuto spontaneo realizzare quella colonna sonora.”

Un’ ultima domanda. Conti di realizzare un altro corto a breve termine?

“Certo! Appena terminato di lavorare qui a Bologna su un set, torno a bari per realizzare un progetto che sarà o un cortometraggio che sto scrivendo oppure un videoclip per una band.”

Sei piena di impegni… Vuoi anticipare dei dettagli sui tuoi prossimi lavori o va bene così?

“No, meglio non dire altro, perché è tutto sempre in bilico…”

Dimmi almeno il nome della band…

“La band è CASINO' BOOGIES.”



Brunella, ormai entusiasta dell’intervista, mi invita a scoprire ulteriori dettagli su questo suo ultimo lavoro.

“Non vuoi sapere altro, per esempio sulla realizzazione?”




Se vuoi dare altre informazioni agli amici di Report on line sul tuo corto, sono ben accette.

“Ah non so, tipo che comunque è stato tutto assolutamente studiato prima di procedere con le riprese, cioè ho fatto una dettagliata pre-produzione prima di girare, perché c'erano davvero tante incognite, alcune delle quali erano i FUNERALI in chiesa che interrompevano le riprese!”


Avete realizzato uno story-board presumo…

“...sì ho disegnato anche lo story-board naturalmente per rendere chiaro all'operatore le riprese che doveva fare e poi volevo sottolineare la partecipazione dei miei amici che hanno fatto sia da comparse che da aiuti. Sono stati tutti preziosi e gentili.”

Ed oltre al lay.out, cosa intendi per pre-produzione? Sai, magari non tutti i nostri lettori sono afferrati in materia…

Praticamente sarebbe una sceneggiatura dettagliata, completa di elenco delle inquadrature e dei movimenti di macchina, oltre al piano di lavorazione e agli ordini del giorno che ci sono serviti per organizzare e dividere in quattro giorni tutte le scene in modo da sapere ogni giorno cosa dovevamo girare e quello che serviva per costumi e scenografia.”

Ma quindi quanti giorni di lavorazione sono serviti?

“Quattro giorni, poiché era una chiesa e la luce era poca…”

Compresa la pre-produzione?

“Quattro giorni di riprese e una settimana di pre-produzione che viene prima delle riprese e poi una settimana di montaggio e due, tre giorni per le musiche.”

Brunella, ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato.

“Grazie a te, Francesco.”




Francesco Favia


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giovedì 18 dicembre 2008

Direttamente da Japigia, Geryl Mc, talento puro

Astro nascente dell’hip hop nostrano, acclamato sul web, ne sentiremo certamente parlare.



Gerardo Spagone, in arte Geryl Mc, a soli diciotto anni, strabocca di pensieri ed idee e le trasmette al resto del mondo a suon di mirabolanti rime. Voce radiofonica, talento da vendere, il prode Gerardo da Japigia, riceve consensi a destra e a manca dai navigatori del web.
Oltre ai strepitosi testi che ben farciscono ironici ed orecchiabili beat, il successo “internettiano” di Geryl è dovuto al videoclip girato tra le strade dei uno dei quartieri periferici del capoluogo pugliese. Nel grigio cemento di Japigia, quartiere in questione, s’impone la pestifera faccia del rapper barese che ci guida alla scoperta di quel mondo suburbano, solitamente dimenticato dal resto della città. Merito va anche a chi ha realizzato e montato il video, ossia Giulio Spagone, fratello maggiore di Geryl. Professione grafico, Giulio è riuscito con mezzi limitati, a metter su un simpatico video, capace non solo di attirare l’attenzione di centinaia e centinaia di internauti, ma anche di metter bene in evidenza il messaggio della canzone.
“Il gioco del silenzio” è il disco di Geryl Mc. Sei tracce autoprodotte, compongono questo cd che diverrà presto un pezzo da collezione. Per poterlo acquistare si deve contattare direttamente i fratelli Spagone. I link dei loro My Space sono i seguenti: http://www.myspace.com/gerylmc e http://it.youtube.com/giuspa84
Il disco parte sgommando con la coinvolgente musica di Space Jam, sulla quale Geryl ricama la presentazione di sé stesso, prosegue poi con l’acclamatissima “Non si scappa”. Segue poi la canzone che dà il titolo all’album, vale a dire “Il gioco del silenzio”, dalla musica torbida, spezzata sapientemente dalla squillante voce della vocalist Roby. La quarta traccia è probabilmente quella di maggior rilievo. “Testa o Croce”, presente sul suo My Space; in questo pezzo Geryl sfoggia tutto il suo talento di paroliere, o per meglio dire, giocoliere: gioca con le parole, conia rime spericolate, dando un gran spettacolo da ascoltare a palla con uno impianto stereo da minimo 100 watt.
La metropolitana “Crepe nell’asfalto” mostra un Geryl maturo, segnato da vicissitudini personali: “esperienze che hai dentro lasciano il segno, ricordi profondi come crepe nell’asfalto” fa il ritornello. E forse le delusioni che si hanno a diciotto anni sono le più dolorose proprio perché sono le prime. Tradimenti da parte di amici e non solo. Quando si cresce si impara a non dare più peso alle persone. Difficilmente si odia, ma allo stesso tempo è difficile amare intensamente. Frase degna di nota di questo splendido pezzo è “il tempo scorre come un nastro, ma non si riavvolge…” Splendida metafora, a mio parere.
Chiude questo superlativo mini-album un remix dell’inno dei ragazzi di periferia, probabilmente tratta da una prima demo.
A questo punto non ci resta che conoscere meglio il padre di questo eccellente lavoro. Molto gentilmente Geryl si è confessato per Report on line.



Ciao Geryl. Come stai vivendo questo consenso che stai ricevendo dagli utenti web?

Il mio obiettivo è essenzialmente COMUNICARE con ogni mezzo, mettendo a nudo alcune situazioni di cui posso parlare e soprattutto la cosa che mi entusiasma di più è ricevere l'ASCOLTO della gente: essermi trovato all'improvviso nel web, mettendomi alla prova, verificando il giudizio degli altri , ha cominciato a farmi capire che alcuni modi x comunicare sono più riusciti di altri e attraverso quello che so fare, mi piacerebbe scoprirne sempre di nuovi.

Concordi con me che internet sia l’invenzione del secolo, unico mezzo per poter comunicare senza compromessi, una manna per la democrazia e l’espressione individuale?

Certamente..... internet è un'invenzione fantastica, rende disponibile l'uso della comunicazione a tutti... cosa che, naturalmente,bisogna SAPER USARE; io sono convinto del fatto che in questi ultimi tempi la comunicazione abbia fatto passi da gigante e sia sempre più alla portata di tutti. Secondo me, è l'arma x cambiare il mondo

Precursori forse lo furono le radio libere. Oggi, malgrado tanti aspetti negativi di vita quotidiana, le generazioni odierne sono fortunate. Possono esprimere le proprie opinioni, i loro pensieri in totale libertà e condividere le loro idee con tantissima gente sparsa per il mondo. E la fortuna è anche leggere le opinioni, i commenti, le recensioni di gente comune. A volte c’è chi per mancanza di buon senso e ignoranza, ti scrive un commento negativo, non propriamente critico. Come vengono accolte da te queste provocazioni?

Sto imparando a distinguere le critiche costruttive da quelle distruttive: quelle costruttive servono a crescere sostanzialmente, perché fanno capire cosa realmente "non va" in quello che fai e il modo di migliorarlo; quelle distruttive sono fatte da gente che non vuole il tuo BENE, ma vuole solo scoraggiarti, oppure semplicemente persone che hanno altre visioni della realtà e non comprendono il fondo di quello che si vuole trasmettere.
Faccio un esempio per parte:
una critica costruttiva che ho ricevuto è stata "il video mi piace,ma aggiusta le movenze che sembri una rana";
una distruttiva che ho letto è stata "cosa volevi fare il Jovanotti dei poveri, sembri uno dei tanti che si è messo a rappare dopo 8 mile."

Gli dico di non ascoltarli e gli confesso che mi sarebbe piaciuto saper rappare. Mi dice sorridendo che mi darà qualche dritta un giorno…

Può anche esser vero che dopo la diffusione del fenomeno di Eminem molti ragazzi abbiano voluto rappare, ma non tutti ne sono capaci e non tutti hanno il tuo talento…

GRAZIE. Purtroppo è successo che in questo periodo il rap, che a mio avviso è un mezzo di comunicazione molto riuscito, sia finito in mano a molta gente, soprattutto a Bari con l’uscita di “8 mile” e l'apertura di Union Square in centro, che l'ha usato per divagare senza neanche pensare a cosa dire, ma questa gente lo deve fare perché è la moda; quindi chi esce in questo periodo con album o video, deve passare dal giudizio di molti che si vedono questa sfilza di "pseudo-eminem" e devono distinguere chi ha iniziato per moda da chi lo ha fatto perché aveva veramente qualcosa da dire.


“Non si scappa” pubblicato su Youtube è il videoclip di una tua canzone dedicata alle periferie, prendendo come punto di riferimento il quartiere nel quale vivi. Com’è abitare in periferia? Qual è il tuo rapporto con il quartiere?

Sono convinto che la periferia è diversa da qualunque altro luogo di una città. E’ affascinante e al contempo grezza. E’ inevitabilmente la parte più trascurata della città, è quella dove c'e' un giro di cui ti accorgi solo quando viene scoperto.
Tutta la canzone "Non si scappa" comunica che la periferia è il luogo da cui devi andartene forzatamente per fare carriera o successo… ed io nel ritornello sottolineo che c'e' gente che prende la decisione di andarsene o di restare, ma chi ci è nato non "scappa" dal luogo che l'ha formato nel BENE e nel male.



Altro pezzo da poter apprezzare sul web e precisamente sul tuo My Space è “Testa o croce”.
Riporto testualmente: “Deciditi alla svelta, il mondo non ti aspetta prima che tu rifletta, perennemente in bilico, a volte il mondo è cinico…” Classe ’89. Sei giovanissimo, una vita davanti. Hai paura del futuro? Cosa ti aspetti?

Allora....... Il pezzo "Testa o croce" tenta di mettere in rima un po’ di ambiguità della quale ci circondano e da cui noi giovani dobbiamo tenerci distanti.
Più precisamente parla del destino, con l'allegoria del "testa o croce" poiché, indecisi sul nostro destino, ci affidiamo a mezzi come la moneta per venirne fuori, per far scegliere a qualcun altro al posto nostro.
Tornando alla tua domanda, ho la paura di avere rimpianti dal futuro, per non aver provato esperienze che mi lasciassero qualcosa.

Spero che tu abbia tante soddisfazioni. Sono certo che ne avrai più della tua squadra del cuore alla quale hai dedicato delle rime. Hai cercato di coprire con una base spassosa, l’amarezza che un tifoso biancorosso non può che avere oggigiorno. Le parole della canzone, oltre ad essere un’iniziativa legata al progetto creato dal sito www.compriamola.it, vogliono essere un’autoironia, una provocazione o una seria, per quanto chimerica, proposta di metter su una cooperativa calcistica di stampo professionisitico?

Il pezzo "compriamola" è stata una mia iniziativa, in seguito accettata dal sito. Non mi aspettavo che la mettessero nella pagina iniziale. La cosa è nata dal rimorso che sento come tifoso innanzitutto, e dalla voglia di musicare tutto quello che ho attorno. Mi sono fatto una base musicata per prenderla ironicamente e faccio i salti di gioia pensando al fatto che sia stata ascoltata da centinaia di persone e qualcuno l'abbia sul cellulare e poi mi è piaciuto approcciare col mondo degli sconfortati ultras baresi

Cosa ne pensi di chi ha sfondato nell’hip hop come Fabri Fibra? Credi che durerà o sarà solo un altro fenomeno che tenderà ad eclissarsi come se ne sono visti tanti negli anni ’90 come per esempio Piotta, Articolo 31, Sottotono.

Fabri Fibra, come Piotta, gli Articolo e i Sottotono fanno un genere diverso da quello che spingevano agli inizi. Ora è molto più commerciale perché va di moda e soprattutto perché a loro porta più soldi, l'hanno detto loro stessi!! Comunque Fabri Fibra è sempre stato un grande provocatore e forse ha trovcato il modo per far arrivare il suo messaggio alla grande massa.

Curatore dell’ormai noto video girato nel quartiere periferico di Japigia, dove stradoni e grigi caseggiati fanno da sfondo e cornice, è tuo fratello. Si occupa anche della tua immagine e dei contatti. Devi avere un ottimo rapporto con lui. Spesso tra fratelli si bisticcia, ma forse la vostra comune passione per l’hip hop vi ha uniti ben oltre il legame di sangue, vero?

Già… Non abbiamo scoperto da molto tempo di avere questa passione in comune, e ne sono rimasto abbastanza sorpreso! Lo considero il mio "curatore d'immagine e manager" e che sia della mia famiglia aiuta , oltre al fatto che si sono rafforzarti i rapporti ed è aumentata la fiducia reciproca.

Geryl sei stato gentilissimo. Per concludere, vogliamo dire ai nostri lettori, almeno a chi risiede in Bari e provincia, dove possono venire a vedere le tue performance live?

Sul mio space www.myspace.com/gerylmc aggiorno le mie date di esibizione. Comunque dovrei esibirmi al Nordwind il 3 febbraio, se dovessi passare il turno eliminatorio! Speriamo.


Ti ringrazio Jeryl. Ti faccio gli “in bocca al lupo” augurandomi di vedere presto un tuo disco sugli scaffali dei negozietti, dei megastore e degli ipermercati d’Italia e, perché no, anche oltre confine.

Qui si scrivono le rime, senza fine, sperando un giorno di passare il confine.





Francesco Favia



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E’ nato YouTube Magazine, il primo blog dedicato ai vostri video!

Benvenuti in questo mio terzo blog. Questo spazio è dedicato alla passione che nutro verso i filmati di YouTube. E’ risaputo di quanto quel sito possa risucchiare in un vortice ipnotizzante, risucchiando molto del preziosissimo tempo di cui ognuno di noi dispone. Tempo spesso letteralmente gettato al vento se si considera che spesso si possono leggere commenti del tipo “ho sprecato un minuto della mia vita”.
Se internet già da qualche anno stava sostituendo lentamente, ma inesorabilmente, la carta stampata, dal 2005 hanno dovuto iniziare a tremare anche i network televisivi. Diritti d’autore a farsi friggere,
l’utente web ha oggi modo di fare salti nel passato, portando alla luce spezzoni e sigle di programmi che hanno caratterizzato magari la propria infanzia o guardare spezzoni di film e interi videoclip di ieri e di oggi. Una grande rivoluzione al dispetto di canoni, pubblicità e decoder. Lo spettatore, dopo quasi quattro anni dalla fondazione di YouTube, ha una vastità di scelta inimmaginabile. C’è anche una seconda grande rivoluzione. Insieme ai My Space ed i blog, YouTube è l’altra vetrina, e forse la più efficace, per uno sconosciuto emergente. Si possono riscontrare cortometraggi e videoclip amatoriali, a volte anche di ottima fattura. In barba alle case discografiche, molti artisti indipendenti sono oggi conosciuti sull’intero territorio nazionale. Oggi, quindi, si ha uno stile underground, ma non ricalcabile in una scena underground. Sono convinto che qualsiasi adolescente, da Trento a Palermo, conosca o per lo meno abbia sentito nominare alcuni artisti molto caratteristici, a volte anche di indubbio valore. Non voglio anticipare nomi. Artisti in ascesa grazie a YouTube saranno recensiti su questo blog.
Non mi limiterò esclusivamente al lato musical/cinematografico, ma parlerò anche di quei filmati amatoriali che hanno riscosso successo sul web, magari per prodezze tipicamente adolescenziali, o dedicherò un articolo semplicemente a quel video, magari passato inosservato, il quale però avrà colpito notevolmente la mia attenzione.
Saranno ben accette segnalazioni, nonché recensioni che vorranno far compagnia a quelle realizzate dal sottoscritto.
Da sempre convinto delle enormi potenzialità del web, unico vero mezzo libero oggi, mi auguro che questo mio ennesimo progetto possa piacere.
I primi due articoli sono tratti da “CRONACHE”, altro mio blog, di stampo giornalistico. Questi pezzi erano proprio su dei ragazzi che hanno esaltato le proprie doti artistiche grazie a YouTube.
Buona navigazione e buona lettura a tutti.


Francesco Favia
mercoledì, 03 settembre 2008
 
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