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domenica 21 dicembre 2008

"Idillio infranto", il primo vero film pugliese

Polvere di stelle? La Riffa? La Capagira? Mio Cognato? È Idillio infranto il primo film girato in Puglia. Visibile su http://it.youtube.com/watch?v=3DVUnh9n95U&feature=related , fu girato nel 1931 da un giovane proprietario terriero e un fotografo che tirarono in ballo anche la gente del paese

Erano tempi dove il pudore e l’onore erano colonne portanti nella vita di una persona. Ci troviamo negli anni ’30, ad Alberobello, un paesino dell’ entroterra barese, che seppur meta turistica oggi, era un paese che viveva essenzialmente di allevamento e agricoltura. E le donne si rifiutarono di prender parte alle riprese; le si possono vedere solo insieme a parte degli abitanti nella scena finale dei balli folcloristici. Gonne lunghe fino alle caviglie, grembiuli e fazzoletti in testa. Queste erano le nostre nonne e bisnonne. Si andava ancora a cavallo e si lavorava di braccia. Era la campagna pugliese. Immagini di un tempo che fu, contornati dal silenzio di questo film muto che lambisce la pelle e ci procura dei piacevoli brividi. Esce allo scoperto dopo sessant’anni e dopo quasi ottanta di anni, oggi, è messo a disposizione a chiunque lo voglia vedere, basta avere un computer ed un collegamento internet. Riesumato nel 1990 da una cassapanca, la pellicola ha dato vita ad una ricerca appassionante dei protagonisti dell’epoca. Nello Mauri, il regista, anch’egli recitò nel film, insieme a Mario Passi, pseudonimo di uno dei protagonisti; quest’ultimo sembra che fosse marchigiano, ma non sono stati trovati testimonianze o documenti a confermare tutto ciò. Ida Mantovani, la protagonista, proveniva da Milano e già prese parte ad altri lavori filmici come “Le mani sugli occhi” e “La leggenda di Wally”.Con lo pseudonimo di Filippo il Bello, Pasquale Jacobellis interpretò il ruolo del protagonista. Jacobellis, in simbiosi col suo personaggio, aveva realmente terminato gli studi universitari in città, ovvero Bari. Finite le riprese, si trasferirà a Pescara, dove diverrà un affermato medico chirurgo. Durante il restauro della pellicola, si è riuscito a rintracciare la famiglia, la quale credeva che la storia del film fosse solo una leggenda che il loro papà Pasquale andava raccontando. Dirce Greselin, l’antagonista, sembra svanita nel nulla. Si dice che fosse la moglie del regista, ma non si sa di più. I restanti ruoli femminili furono interpretati dalla moglie e dalla suocera di Raul Perugini, l’operatore, che sarà l’unico a continuare a lavorare nel settore e perderà la vita nel dopoguerra, durante le riprese di un documentario in Argentina. Qualche altro attore e figurante non erano altro che gli amici e i lavoranti del produttore, il proprietario terriero Orazio Campanella, il quale non disdegna anche lui di comparire. Per via dei costi elevati, non fu distribuito. Fu proiettato raramente in qualche festa di paese. Al film vennero dedicate poche righe sul Corriere Cinematografico, il 18 marzo 1933, ma oggi, restaurato, se ne possono ammirare degli assaggi su Youtube, nonché lasciare dei commenti in merito. Questi spezzoni sono presenti nel documentario “Alla ricerca del film perduto” di Angelo Amoroso d’Aragona, promosso dall’Associazione Transtv e in collaborazione con la More Production e il contributo della Regione Puglia, assessorato al Mediterraneo. All’opera di restauro hanno partecipato la Cineteca Nazionale, la Teca del Mediterraneo e il Club delle Imprese per la Cultura.Una vera perla su Youtube che si trasforma in macchina del tempo. Merita di esser guardata e commentata. Un filmato di qualità, davvero pregiato e che forse non merita di trovarsi nello stesso contenitore dove si trovano i filmati stupidi di ignoranti ragazzuoli che hanno i telefonini come prolungamento dei loro arti superiori, ma tant’è, questo è il bello della democrazia e della libertà della rete.


Francesco Favia



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